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Ogni forma di corruzione o di comportamento in contrasto con l'etica pubblica e il rispetto del prossimo dovrebbe essere rigettata dalla società, avversata da ogni singolo cittadino e non esclusivamente affidata alle indagini della magistratura; dovrebbe necessariamente rientrare in una logica educativa e culturale. Se il degrado può essere un mezzo per ottenere potere da parte di chi non è nato per esercitarlo, nella convinzione che il potere sia, appunto, una soluzione al problema del disordine, "Il potere del degrado" vuole essere un contributo alla disamina della situazione socio-politica attuale. Serve azzerare i conflitti sociali, analizzare la coscienza collettiva, semplificare ed eliminare le fonti di un'evidente schiavitù psicologica, fare ammenda, dissociandosi dai giudizi di massa, nella consapevolezza di essere tutti responsabili, di essere tutti schiavi del potere e complici del degrado. In uno scenario così intriso di mali, in questa Terra così generosa nella natura e, al contempo, avida, impertinente e irriconoscente, l'autore appronta un tentativo di trasferire quanto egli stesso ha imparato, in un periodo particolarmente impegnativo della sua vita.